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La “Rivista Rosminiana di filosofia e di cultura”, fondata il 1 luglio 1906,
risulta essere il più antico periodico filosofico italiano ancora esistente
che non abbia mutato nel corso del tempo né il titolo né il programma teorico originario.

La Storia

La “Rivista Rosminiana di filosofia e di cultura” viene fondata dal Cav. Prof. Giuseppe Morando il 1 luglio 1906. La sede direttiva e amministrativa è posta a Lodi, in via Fissiraga al civico 14. A partire dal luglio del 1909 la sede è trasferita a Voghera, presso il Palazzo delle Poste al secondo piano e viene diretta dal suo fondatore sino al 1914. Scrive Morando che «La Rivista Rosminiana professa di riconoscere che in ogni uomo grande vi è come una parte caduca, riflesso dell’ambiente in cui visse, rispetto alla quale è e sarà superato nell’evolversi del tempo e del progresso: e vi è una parte vitale e imperitura, per cui un genio è genio, si solleva dall’età sua e diventa contemporaneo di tutti i tempi nella perenne solidarietà del vero e del bene» (G. Morando, Programma, “Rivista Rosminiana”, 1906, f. I, p. 1). Per questa ragione la “Rivista Rosminiana” «non intende già difendere una dottrina chiusa, un sistema finito, ma propugnare una causa di verità e di giustizia, e procedere per una via di luce e di ascensione» (Ibidem, p. 2). 

Con la morte di Giuseppe Morando, avvenuta il 4 maggio 1914, termina anche la prima serie della “Rivista Rosminiana”, che riprende vita con la “Serie 2” nel luglio del 1914 sotto la guida del Prof. Carlo Caviglione, che la dirige sino al 1922. Dal 1916 la rivista inizia il computo dal mese di gennaio, anziché dal mese di luglio. Caviglione trasferisce la sede direttiva ed amministrativa a Torino, in via Aurelio Saffi al civico 15 sino al 1917. Dal gennaio 1918 al dicembre del 1920 la sede viene trasferita, sempre nella città di Torino, in Corso Oporto al civico 36, per poi passare a La Spezia nel gennaio del 1920 e tornare a Torino, sempre in Corso Oporto al civico 36, nel gennaio del 1922. La rivista, che porta come sottotitolo Periodico bimestrale di filosofia, nel primo fascicolo del 1919 è variato con Periodico di filosofia. 

La “terza serie” della “Rivista rosminiana” viene inaugurata nel 1923 sotto la guida del Dott. Damiano Avancini, che la dirige sino al 1929. Egli trasferisce la sede direttiva ed amministrativa a Milano in via Piolti De Bianchi al civico 67. A partire dall’anno 1926 la “Rivista Rosminiana” viene edita dalla Società Anonima Libraria Editoriale “Sodalitas” e a partire dal terzo fascicolo dello stesso anno viene indicato il seguente cambio d’indirizzo: Società Anonima Libraria Editoriale “Sodalitas”, Milano (33), via Giulio Ceradini, n. 3 (già Piolti De Bianchi, n. 67). 

Nel marzo del 1930 la “Rivista Rosminiana” viene diretta dall’avvocato Camillo Viglino sino all’anno 1935. Sotto la direzione di quest’ultimo la sede direttiva ed amministrativa conosce diversi spostamenti: prima a Sanremo, in Corso Carlo Alberto al civico 9, poi, col fascicolo II del 1930, a Ospedaletti Ligure, in provincia di Imperia, poi, col fascicolo III, a Craveggia, in provincia di Novara (oggi V.C.O.). A partire dal fascicolo III del 1931 la sede viene trasferita a Intra, in via S. Vittore al civico 58, e l’amministrazione, sempre a Intra, è trasferita in Corso Cairoli al civico 25. A partire dal fascicolo III del 1934 la direzione viene spostata a Torino in Corso A. Picco al civico 20, mentre l’amministrazione rimane a Intra, per poi passare anch’essa a Torino, dove è stata trasferita precedentemente la direzione, col fascicolo IV del 1934. Viglino cerca di rinnovare la “Rivista Rosminiana”, pur mantenendone inalterato lo spirito originario, aprendo «una specie di rubrica di psicologia non strettamente filosofica» (C. Viglino, La nuova direzione, “Rivista Rosminiana”, 1930, f. I, p. 1), che dovrebbe fungere da luogo privilegiato per una discussione con le psicologie contemporanee.

Nel gennaio del 1936 la direzione della “Rivista Rosminiana” passa nelle mani del Prof. Giulio Cesare Ghiglione. La direzione viene trasferita a Torino, in via Accademia Albertina al civico 21, mentre l’amministrazione è portata a Milano, presso i Bastioni Garibaldi al civico 3. Ghiglione, seguendo la tradizione che lo ha preceduto, afferma che la “Rivista Rosminiana” «continuerà una via già segnata, cercherà di tener sempre più viva la fiamma di un amoroso e sereno studio di Antonio Rosmini; seguirà i movimenti filosofici, culturali, letterari del tempo, aprirà rubriche di Epistolari inediti e di critica e di estetica, cercherà insomma di farsi sempre più agevolmente leggere senza venir meno mai a quella nobile serietà di intenti che le impressero il Fondatore e i suoi degni successori» (G. C. Ghiglione, Saluto del Direttore, “Rivista Rosminiana”, 1936, f. I, p. 1). 

Nel gennaio del 1937 il Prof. Dante Morando, figlio del fondatore del periodico, diviene il nuovo Direttore della “Rvista Rosminiana” sino al 1959. L’amministrazione rimane a Milano, mentre la direzione è trasferita a Pallanza, in Largo Cairoli. Solo a partire dal fascicolo IV del 1937 amministrazione e direzione vengono riunificate nella sede di Pallanza. Con il fascicolo I del 1939 la direzione rimane a Pallanza, mentre l’amministrazione è trasferita a Milano, in via Settembrini al civico 7. Col fascicolo II del 1939, mentre l’amministrazione resta a Milano, la direzione è portata a Domodossola, in via G. Verdi al civico 1. Morando, sulle orme del padre, prosegue nell’intento originario del periodico, ma cerca di dare «un tono più distaccato alla rivista, facendo più larga parte a soggetti non rosminiani, allargando i confini della collaborazione, mirando a serietà ed esattezza universitaria» (E. Zampetti, Bibliografia ragionata delle Riviste filosofiche italiane dal 1900 al 1955, Istituto di Studi Filosofici, Università, Roma 1956, pp. 90-91).

Nell’aprile del 1959, dopo la scomparsa di Morando, la “Rivista Rosminiana” viene ristrutturata con un Comitato di Redazione, sotto la direzione del Prof. Carlo Carena. La direzione è trasferita a Domodossola, in via A. Rosmini al civico 11, mentre l’amministrazione resta a Milano. Nel 1961 la rivista diviene l’organo ufficiale della Società Filosofica Rosminiana. Nel luglio del 1963 la sede amministrativa di Milano è trasferita da Via Settembrini al Viale F. Crispi al civico 3. 

Nel gennaio del 1967 la rivista viene diretta dal Prof. Michele Federico Sciacca sino al 1974, facendola diventare l’organo ufficiale del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, inaugurato il 25 settembre del 1966. Sciacca fa iniziare una nuova serie, trasferisce la direzione a Stresa, presso il Centro Internazionale di Studi Rosminiani, in Corso Umberto I, 15, e specifica che la richiesta di abbonamenti o numeri arretrati può essere inoltrata alla Sodalitas Libreria Editrice, con sede a Milano in via Bassini, 50, o a Domodossola, in via A. Rosmini, 11. Sciacca rinnova la veste grafica della rivista e il Comitato di Redazione. Nella Premessa posta in apertura al primo fascicolo del gennaio-marzo 1967 Sciacca afferma che la rivista «si propone di essere, all’interno del vasto e profondo pensiero rosminiano rivissuto criticamente, una voce viva della cultura contemporanea. Pertanto, accanto a studi teoretici e di carattere storico-esegetico sui vari aspetti dell’ampia tematica del Roveretano, essa ospiterà lavori che, pur non interessando direttamente il Rosmini e il rosminianesimo, ne mutuano lo “spirito” […]. Nessuna apologetica, nessuna preclusione o posizione preconcetta e dommatica, bensì confronto aperto di idee; neanche, però, irenismi filosofici all’insegna di un empirismo o di un pragmatismo a buon mercato, dove di tutto vi è smercio tranne che di idee e di principî, messi da parte per non ostacolare gli affari» (M. F. Sciacca, Premessa, “Rivista Rosminiana”, 1967, f. I, p. 3).

Il 24 febbraio 1975 Sciacca muore e la direzione della rivista, nel luglio del 1975, passa al Prof. Pier Paolo Ottonello, il quale dichiara che egli intende «continuare, con l’aiuto di Dio e di tutti gli uomini di buona volontà, nella precisa linea segnata da Michele Federico Sciacca» (P. P. Ottonello, [editoriale], “Rivista Rosminiana”, 1975, f. III, p. 172). Il lavoro mirabile del prof. Ottonello, in piena continuità sino al 2022, si è distinto per la qualità dei contributi e per la scelta di ospitare anche scritti di giovani studiosi, offrendo loro la possibilità di potersi esprimere nel contesto filosofico e culturale contemporaneo.

Nel gennaio del 2023 la direzione della rivista passa al Cav. Prof. Samuele Francesco Tadini, il quale dichiara quanto segue: «Alla luce della lunga tradizione di questa rinomata rivista e in virtù delle convinzioni maturate lungo questi anni, ho ritenuto opportuno conservare l’idea di produrre quattro numeri all’anno» (S. F. Tadini, Editoriale, “Rivista Rosminiana”, 2023, f. I, p. 2). Tadini ha rinnovato la veste editoriale, ha introdotto la figura del Vicedirettore (prof. Jacob Buganza) e ha ristrutturato il Consiglio Scientifico, cominciando a dar spazio anche a nuove voci provenienti sia dall’Italia che dall’estero. L’attuale Consiglio Scientifico, sempre aperto ad ospitare studiosi appassionati di Rosmini, è costituito da Marie-Catherine Bergey, Mauricio Beuchot, Jacob Buganza, Ramón Caro Plaza, Sixto Castro, Mario Cioffi, Rafael Cúnsulo, Marco Damonte, William Roberto Darós, Paolo De Lucia, Carlo Maria Fenu, Carolina Flores, Juan Francisco Franck, Ludovico Maria Gadaleta, Giancarlo Grandis, Markus Krienke, Eduino Menestrina, Paolo Pagani, Bruno Perazzoli, Francesco Pistoia, Roberto Rossi, Giorgio Salzano, Gian Pietro Soliani, Antonio Staglianò, Pietro Suozzo, Marco Tanghetti, Jean-Marc Trigeaud e Pietro Zovatto, con Benedetta Lisci come Segretaria di Redazione.

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